Sulle tavole mondiali sono sempre più presenti i cibi made in Italy. A renderlo noto, in accordo con un’elaborazione su dati dell’Istituto Nazionale di Statistica (Istat), è stata l’Organizzazione degli agricoltori della Coldiretti nel precisare che nel 2019 le esportazioni di cibo italiano sui mercati internazionali hanno raggiunto per la prima volta, in controvalore, la quota dei 42 miliardi di euro con un incremento anno su anno pari al 3%. Per singolo prodotto, il vino italiano è quello più esportato nel mondo, con a seguire lo spumante, l’ortofrutta fresca e poi a seguire la pasta, i salumi ed i formaggi.
L’agroalimentare italiano cresce, si espande all’estero e fa registrare nuovi record grazie ad un primato che è non solo basato sulla qualità dei prodotti, ma anche sulla loro sicurezza alimentare. Non a caso l’Italia attualmente vanta 415 vini Doc/Docg, 294 specialità Dop/Igp che sono riconosciute a livello comunitario, la leadership europea nel biologico con oltre 60 mila aziende agricole che sono impegnate nel settore, ed altre 40mila imprese che custodiscono i semi e/o le piante che sono a rischio di estinzione.
Così come attualmente si contano ben 5056 prodotti tradizionali che sono censiti dalle Regioni e, per la distribuzione al dettaglio, c’è una vasta rete mondiale di mercati degli agricoltori sotto un’unica insegna. SI tratta, precisa altresì la Coldiretti, della rete dei mercati degli agricoltori di Campagna Amica che detiene, per quel che riguarda la sicurezza alimentare, il primato mondiale con il 99,4% di prodotti agroalimentari con residui chimici regolari.
Secondo Ettore Prandini, presidente della Coldiretti, in futuro i dati sulle esportazioni dei prodotto agroalimentari made in Italy nel mondo potranno essere anche migliori di quelli attuali adottato, per esempio, misura efficaci contro l’agro-pirateria che annualmente, su scala globale, è un business che vale oltre 100 miliardi di euro.