
La strepitosa vittoria della Roma nel derby ha un nome e un cognome ben precisi: Josè Mourinho. Il tecnico portoghese ha preparato la partita in modo encomiabile progettando ogni dettaglio con l’attenzione e la cura maniacale di un allenatore abituato al successo.
La Roma ha trasformato le debolezze in punti di forza
Mourinho è stato bravo a trasformare i talloni d’Achille della sua squadra in punti di forza. I punti deboli di questa Roma erano essenzialmente tre: la poca comunicazione tra i reparti, la fragilità della fascia sinistra e l’approccio mentale nell’inizio delle partite.
La comunicazione tra i reparti
La compagine giallorossa in questa stagione spesso si è ritrovata a dover fronteggiare evidenti difficoltà offensive. La Roma con il 3-5-2 risultava sterile durante la produzione offensiva e sfilacciata quando c’era da contenere il gioco avversario. Durante il derby, il tecnico portoghese ha deciso di intraprendere una scelta coraggiosa ma rivelatasi efficace per la conquista dei tre punti: escludere Nicolò Zaniolo. L’esclusione del talento azzurro ha permesso al tecnico di Sètubal di schierare un centrocampo a quadrato in grado di alleggerire il peso del reparto offensivo ma anche abile nello schermare la difesa.
I due vertici bassi del quadrato sono stati Cristante e Sergio Oliveira. Il primo era l’addetto alla marcatura di Milinkovic-Savic, probabilmente il giocatore più creativo e pericoloso del centrocampo della Lazio, mentre Sergio Oliveira doveva a coprire gli inserimenti di Luis Alberto, anche se il numero 27 aveva una libertà di movimento più ampia sfruttata al bisogno per coprire gli scambi di posizione nel gioco rotatorio tipico della filosofia calcistica di Sarri.
In fase di possesso, Cristante è stato l’uomo in più nel centrocampo giallorosso poiché il serbo dei biancoazzurri lo lasciava libero di impostare: le caratteristiche di Luis Alberto non prevedono l’inseguimento e la marcatura preventiva dell’avversario. Cristante è stato il fulcro creativo dei giallorossi e le sue qualità si sono potute apprezzare in due azioni in particolare: il secondo goal e l’occasione sprecata da Abraham.
Nel secondo goal dei giallorossi, Cristante ha la libertà di poter girare di prima verso Karsdorp – che poi trova la splendida combinazione con Mkhitaryan che ha portato al delizioso cross al centro dell’area che verrà finalizzato da Abraham- . L’altra occasione vede Cristante agire nuovamente in totale solitudine: il numero 4 giallorosso ha il tempo di alzare la testa e calibrare il lancio alle spalle della difesa di Sarri; Abrham sprecherà ma l’idea resta.
La Roma ha puntato su Zalewski a sinistra
La corsia di sinistra della squadra capitolina è stato uno dei crucci della stagione della Roma. Vina non ha rispettato le aspettative, El Sharawy non può garantire continuità e così lo special one ha deciso di ritagliare un ruolo a un ragazzo giovane dalle qualità tecniche cristalline: Zalewski.
Il giovane talento polacco ha dimostrato la voglia e la freschezza di un giovane in rampa di lancio, ma anche la maturità caratteriale di un veterano. Mourinho gli ha dato istruzioni tattiche basate sull’aggressività e il coraggio e lui le ha sfruttate al meglio. Davanti c’era un cliente scomodo come Felipe Anderson, ma l’aggressività e la tenuta della posizione alta ha costretto il brasiliano a un ridimensionamento tattico che gli ha imposto un abbassamento della posizione.
La mossa a sorpresa di Roger Ibanez al posto di Kumbulla si è rivelata fondamentale per l’ottima prestazione di Zalewski.
Il centrale brasiliano grazie alle sue qualità atletiche è riuscito a coprire tutte le sovrapposizioni del terzino avversario, scivolando sulla fascia quando gli uomini di Sarri cercavano di attaccare da destra. Grazie allo slittamento del centrale brasiliano e alla preziosa copertura dei centrocampisti, gli ospiti non si sono quasi mai resi pericolosi.
L’approccio della Roma
Una delle principali colpe imputate a Mourinho prima del derby era quella che lo accusava di non saper gestire gli inizi delle gare sul piano mentale. La situazione era talmente critica che siti come 1win bet avevano prefissato una quota altissima nella giocata che vedeva la Roma come prima a segnare. Spesso la Roma risultava sconnessa e deconcentrata e lasciava il pallino del gioco in mano agli avversari, come per esempio nella gara di andata.
Durante il derby, invece, la Roma ha orientato subito la partita nei propri interessi grazie ad un’uscita palla al piede coraggiosa e ben strutturata fino a conquistare il calcio d’angolo decisivo per il primo timbro di Tammy Abraham, che corrisponde anche al goal più veloce nella storia della stracittadina capitolina.